A Bryden Zaloum è servito un sacco di tempo per trovare una mano protesica perfetta: infatti, l'equilibrio giusto tra comodità e funzionalità gli è sfuggito per più di tre decenni... finché non ha scoperto la TASKA Hand.
Per una trentina d'anni dopo l'amputazione, Bryden ha usato un ‘artiglio’ protesico mosso dal corpo con una doppia imbracatura, prima di passare a un rivestimento in silicone collegato all'arto residuo. Benché l'artiglio fosse robusto e semplice da usare, provocava una forte tensione su schiena, spalle e collo, diventando ben presto completamente insostenibile.
In seguito, Bryden provò un arto mioelettrico rudimentale, che attenuò i problemi legati alla scomodità ma ne generò altri. Questa mano rigida e di taglia fissa non era impermeabile ed era inoltre munita di un'interfaccia software supportata soltanto su dispositivi Apple. Essendo un utente Android, se voleva regolare le impostazioni e le prese quando non era a casa doveva avere sempre con sé un dispositivo extra.
Completamente frustrato, smise di indossare la protesi. Ma poi fece la conoscenza della TASKA Hand.
Per Bryden è stato un cambiamento epocale. “Semplicemente, sul mercato non ci sono altre mani mioelettriche che possano fare ciò che fa la TASKA Hand”, afferma. “È impermeabile e flessibile, è più robusta, è munita di un software intuitivo e di un'assistenza eccellente, grazie ad un'azienda che vuole migliorarla continuamente.”
La flessibilità delle dita sulla TASKA Hand è stata di grande conforto per Bryden, che apprezza tantissimo la sua capacità - appena riscoperta - di svolgere normali attività quotidiane quali ad esempio vestirsi, usare gli attrezzi, estirpare le erbacce e stringere la mano ad un amico.
La TASKA Hand ha avuto inoltre un enorme impatto sulla sua fiducia e sulle sue interazioni sociali. “In passato, le reazioni della gente spaziavano tra pietà e cautela, fino ad arrivare all'imbarazzo e addirittura alla paura. Invece, la TASKA Hand suscita soltanto meraviglia, emozione e interesse: la gente non esita più a stringermi la mano o a farmi domande. Ora sono completamente a mio agio se devo uscire di casa e non sono più consapevole del fatto che ho perso una mano.”
Adesso Bryden non sente più quel debilitante dolore alla schiena, alle spalle e al collo che lo ha perseguitato così a lungo e sfrutta al massimo la libertà e l'indipendenza permesse dalla TASKA Hand: sta addirittura restaurando un'auto d'epoca!
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